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Formazione



LEARNING: una sezione dedicata al dialogo tra arte contemporanea internazionale, saperi locali, persone e territori per valorizzare la formazione intesa come produzione e condivisione, conoscenza e sviluppo di dibattito critico.

A partire dai temi e dai lavori degli artisti coinvolti nel progetto, laboratori didattici, workshop e attività formative approfondiranno e svilupperanno le possibilità del video e dell’immagine in movimento come strumento di ricerca artistica. Una serie di iniziative per stimolare una riflessione interdisciplinare sui temi della violenza nell’epoca del digitale coinvolgendo un pubblico di giovani, adulti, studenti, professionisti del settore dell’arte e cittadini di Verona.





Workshop /


How to tell a story and why we should tell it in a certain way?


workshop di 6 giornate con Elisa Caldana e Diego Tonus
in collaborazione con Careof Milano e Loop Barcelona
con il sostegno di Fondazione Cariverona


Destinatari: studenti dell'Accademia di Belle Arti di Verona e dell'Università di  Verona (LM interateneo in Arte, LM in Tradizione e interpretazione dei  testi letterari, LM in Scienze Filosofiche)

26-27-28 novembre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00
3-4-5 dicembre dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00
Monte ore complessivo: 50 ore (di cui 36 di laboratorio e 14 di lavoro individuale)


Modalità di partecipazione: il workshop è gratuito ma a numero chiuso. I  partecipanti saranno selezionati sulla base della compilazione del questionario a  questo link: https://forms.gle/zVcUggdCfap5TL9dA


Il titolo del workshop presentato dagli artisti Diego Tonus e Elisa Caldana, How to tell a story and why we should tell it in a certain way? (Come raccontare  una storia e perché raccontarla in un certo modo?) è una domanda ricorrente  all'interno di Topography of Terror, un ciclo di lavori iniziato nel 2017, e che  attualmente si compone di due episodi, Topography of Terror (19.12.2016) e Never  Again. I due film hanno implementato l’uso della CGI (Computer-Generated  Imagery) per la visualizzazione del palazzo mai realizzato Topographie des  Terrors, pensato originariamente per la città di Berlino dall’architetto svizzero Peter  Zumthor, e investigano il ruolo e l’effetto dell’immaginario violento del terrorismo  diffuso attraverso le news, i social media e i non-luoghi dell’Internet. Tonus e  Caldana intendono Topography of Terror come un ciclo aperto. Il suo centro  concettuale produrrà negli anni una serie di nuovi lavori elaborando ulteriormente  sull’idea di immagini mentali e ripetizione, prendendo in considerazione la  natura e le forme del terrorismo contemporaneo che sono parte di processi  storici ricorrenti e di un eterno ritorno della violenza. 

Il workshop, che si svolgerà online nel corso di due weekend, intende approfondire le tematiche centrali affrontate nel ciclo, come la post-truth e la  narrativa giornalistica, insieme a un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle  Arti e dell’Università di Verona, con particolare attenzione al rapporto tra corpo  reale e corpo virtuale, personale e collettivo, nell'ambito di questa nuova realtà  semi-distopica in cui la pandemia da Covid19 ha costretto l’individuo durante il  lockdown, periodo critico di riconfigurazione delle priorità, adattamento e sviluppo  di nuove metodologie del pensare. In questo particolare periodo storico del  distanziamento sociale, in cui ciascuno accede alle notizie del mondo esterno  nell’isolamento dei propri spazi domestici, il workshop si propone di interrogare il  potenziale estetico e politico delle tecniche video, che sono state utilizzate per  far fronte ai limiti dell’isolamento sociale, e la loro influenza sulla percezione e  sull’uso delle informazioni nel quotidiano. Nello specifico, le modalità  attraverso cui le immagini in movimento possono mediare, restituire,  raccontare, modificare e distorcere la realtà.

Attraverso esercitazioni pratiche e di sviluppo di un’idea, i partecipanti  saranno invitati a lavorare a coppie (uno studente di ABAV con uno studente UNIVR) per realizzare un progetto composto sia dalla parte curatoriale  (sviluppo testuale degli aspetti concettuali) sia da quella di produzione di un  proprio video utilizzando attivamente tecniche che interroghino l’uso del mezzo,  come la creazione di uno script modificando o editando contenuti esistenti nel web;  la post-produzione di immagini in tempo reale; il delay delle chiamate; il fast forwarding dei video/film ed i tempi accelerati; l’uso della webcam come  telecamera per girare un film.

Gli esiti progettuali del workshop saranno presentati durante la seconda  settimana e valutati da una commissione che assegnerà alla coppia che avrà  ideato il miglior progetto un doppio premio di formazione da esperire presso  Careof Milano e LOOP Barcelona.




Laboratorio Video /


a-ab-ana-anti-anto-bis-contra-contro-de-di dis–il-in-ir-ob-opo-sotto-sua

LABORATORIO VIDEO CON GIULIANA RACCO


in collaborazione con Archivio delle Memorie Migranti, Interzona, Le Fate, Filema

20 - 28 settembre 2021


Quando ci si trova a vivere in un nuovo paese per propria scelta o per ragioni non volontarie, la sfida di acquisire una nuova lingua diventa uno strumento vitale per la propria sopravvivenza sociale ed economica. La difficoltà di esprimersi e di raccontare le proprie esperienze entrando in contatto con la popolazione locale, può provocare sentimenti di inadeguatezza.


a-ab-ana-anti-anto-bis-contra-contro-de-di-dis–il-in-ir-ob-opo-sotto-sub è un laboratorio video di autonarrazione condotto dall’artista Giuliana Racco nell’ambito del progetto di ricerca Blast realizzato in collaborazione con Archivio delle Memorie Migranti, Interzona, Le Fate, Filema e finalizzato a indagare la violenza che avviene durante i processi migratori e di integrazione attraverso il linguaggio.

Il laboratorio si concentra sul rapporto tra identità, integrazione e linguaggio attraverso una serie di giochi di parole e di sessioni di scrittura creativa collettiva per realizzare collettivamente un breve video in cui si potranno raccontare le proprie esperienze di viaggio e i ‘processi di integrazione’ a Verona.

Attraverso l'esplorazione del linguaggio di “negazione”, il laboratorio si focalizza sulla violenza non esplicita ma sistematica vissuta personalmente o collettivamente dalle partecipanti in qualità di nuove arrivate in un contesto straniero.

Dopo una prima fase conoscitiva le partecipanti saranno invitate a condividere alcune parole di negazione in italiano o nelle proprie lingue madri, per poi inventare nuove parole, singole o composte.

L'obiettivo è la costruzione partecipata di un nuovo glossario della negazione che sarà utilizzato dalle partecipanti in brevi autonarrazioni video con cui descrivere l'esperienza di migrazione e di violenza.

Grazie alla collaborazione con l’Archivio delle Memorie Migranti (AMM) i partecipanti al laboratorio saranno invitati a candidare i propri lavori video al premio DIMMI (Diari Multimediali Migranti) ideato nel 2014 per raccogliere storie di persone provenienti da paesi stranieri che vivono o hanno vissuto in Italia e contrastare gli stereotipi anti-migrazione.




Workshop /


Defence - What do you do with your anger?


con l’artista Simona Andrioletti con il contributo di Jonas Höschl

In collaborazione con i ragazzi di: Comunità diurna Parsifal, Coop. Soc. Energie Sociali Onlus Welfcare Saval Coop Soc. Il Germoglio Onlus e la mediatrice culturale Valeria Marchi

14-24 luglio 2021
Nel quartiere Saval e Borgo Roma

Il lavoro di Simona Andrioletti si basa su dinamiche di collaborazione orizzontale sfidando l'idea di paternità artistica per lasciare che altri soggetti interferiscano con il processo di creazione delle sue opere. La sua ricerca è mossa da riflessioni di stampo socio-antropologico sull'essere umano e sulla sua connessione con il mondo, considerando questo rapporto sia in termini di spazi (geografie, luoghi e non luoghi) sia in senso storico, come connettore di istanze, corpi e memoria collettiva.

Il workshop si proponeva di coinvolgere con un gruppo di ragazzi della comunità diurna per adolescenti Parsifal, della comunità San Zeno che ride per Minori Stranieri Non Accompagnati (Entrambi progetti della coop. sociale Onlus Energie Sociali) e alcuni ragazzi che frequentano la piastra polifunzionale gestita da Welfcare nel quartiere Saval.

Partendo dalla domanda – sottotitolo del workshop – What do you do with your anger? e da alcuni estratti del testo di Umberto Galimberti La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo, sono state raccolte le opinioni dei ragazzi coinvolti rispetto ai temi trattati sotto forma di materiale video, testi e registrazioni. L’idea è quella di utilizzare linguaggi che appartengono alla generazione dei ragazzi dando valore al loro mondo e alla subcultura che loro stessi stanno costruendo (abitualmente oggetto del giudizio aprioristico di adulti che senza cercare di comprenderla la denigrano).

Jonas Höschl ha ritratto i ragazzi e i quartieri della periferia di Verona in cui vivono. Le riflessioni fatte dai ragazzi durante il workshop, insieme ai loro ritratti fotografici e a quelli dei  loro quartieri, saranno inseriti in un giornale progettato da Felix Naumann che verrà stampato e ridistribuito insieme ai ragazzi, nella città di Verona.
Il giornale sarà inoltre disponibile al pubblico in occasione della mostra Blast al Palazzo delle Poste, Verona.


Indizi per storie di terra


Conferenza performativa a cura di Nina Fiocco
Museo di Storia Naturale, Lungadige Porta Vittoria 9, Verona
Giovedì 15 luglio ore 18.00


Conferenza performativa dell’artista e curatrice Nina Fiocco, organizzata nell’ambito della sezione learning di Blast, estetiche della violenza tra immagine, video e documento, in collaborazione con il Comune di Verona e il Museo di Storia Naturale di Verona, con il sostegno di Fondazione Cariverona.

In linea con la ricerca dell’autrice, che si focalizza sulla storia, la microstoria e le economie alternative attraverso progetti collettivi e pratiche artistiche che adottano il lavoro di campo e la collaborazione come prassi, la conferenza dal titolo Indizi per storie di terra, consiste in una camminata serale nel Museo durante la quale, come frammenti di un racconto che percorre diversi paesi, la voce della performer guiderà il pubblico nella lettura di un diario immaginato, riferendosi alla tradizione dei diari di viaggio degli esploratori e dei naturalisti europei del XIX secolo in America Latina.

Nello svolgersi di questo esercizio narrativo, alcuni dei materiali esposti nelle sale museali saranno menzionati e segnalati allo scopo di stabilire una relazione, grazie all’uso di stampe e proiezioni, con le opere di un gruppo di artisti latinoamericani contemporanei le cui pratiche raccontano la relazione tra natura, economia e politica in contesti spesso contrassegnati da una crescente violenza.

L’ambientazione del Museo offre la possibilità di costruire in modo più intimo una breccia spaziale e temporale che attraverso un esercizio di sovrascrittura accosta e riflette su differenti modi di pensare la natura.


L’ingresso è gratuito, per partecipare è necessario registrarsi al form entro le ore 18.00 del giorno 14 luglio.