/TIZIANO BELLOMI
Numerazione, Antica Dogana di Fiume

Agosto 2019


Urbs Picta pone l’attenzione alla Numerazione 124 per l’Antica Dogana di Fiume.

Numerazione  è un progetto dell’artista veronese Tiziano Bellomi che vede collezionare una serie di numerazioni, inserisce nell'ambito degli "interventi minimi", iniziate negli anni ‘80 a Berlino. Questo lavoro infatti intende sottolineare ciò che già c'è, e stimolare riflessioni attraverso azioni contenute ma significanti, secondo un principio di riduzione.

Da sempre allergico alle definizioni e sistematizzazioni, Tiziano Bellomi opera secondo percorsi alternativi, fuori dai circuiti convenzionali dell'arte contemporanea: pur non mancando nel suo curriculum importanti mostre, personali e collettive, ha sempre saputo mantenere la propria ricerca indipendente da vincoli formali sentiti come eccessivamente vincolanti. Figlio di una generazione di artisti che aveva fatto della smaterializzazione dell’opera d’arte in quanto oggetto un principio fondante, Bellomi sostiene che sia del tutto innecessario continuare a immettere prodotti in un mercato già saturo: piuttosto, l’artista dovrebbe dedicarsi a interventi minimi, che sappiano sottolineare ciò che già c’è o stimolare la riflessione attraverso azioni contenute ma significanti. Così, se una serie come Celare a memoria - in cui opere di altri artisti vengono inglobate in blocchi di cemento - è specificatamente tesa a sottrarre oggetti dal mondo

Ne sono un esempio le Numerazioni, iniziate negli anni ’80 scolpendo il numero 1 sul Muro di Berlino e arrivate oggi a quota 123 con interventi nei luoghi più disparati: la 117 è realizzata su una pietra della scuola elementare di Poviglio, frazione che nel 2000 divenne inagibile a causa di una frana e così smise semplicemente di esistere; la 121 invece si trova nel Parco del Sojo, nel bel mezzo di una falesia, etc. Al principio delle azioni minime rispondono anche altri cicli, come le Sculture deperibili, di cui restano solo fotografie e labili ricordi, o le Riunioni, tese a ricomporre ciò che era un tempo unità in un abbraccio forzato, che reca i segni di un equilibrio precario. Di notevole interesse anche il ciclo City names, erede delle affissioni abusive praticate dall’artista in tempi non sospetti e teso semplicemente a nominare, indicare nomi di città attraverso la pittura. Video come Double Identity, Bitten paper o Raw soil argomentano invece l’utilizzo di questo mezzo come opera autonoma o come documento di un’azione performativa. Infine, la nuova serie Confini Mobili, testimonia una ricerca ancora viva e forte, lungi dall’esaurirsi o ripetersi nonostante i quasi 40 anni di attività.