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Musica Arte Giovane Festival

20 - 24 agosto 2019 

L’associazione culturale Urbs Picta ha proposto una call for artists per la sezione arte di MAG - Musica Arte Giovane Festival, che promuove i linguaggi espressivi dell’arte contemporanea legati a musica e arte. Si propone come un luogo di incontro, scambio e dialogo, tra pubblico e artisti che intende sollevare riflessioni sul rapporto tra arte e società moderna.

MAG//ARTE si presenta come uno spazio espositivo in cui le installazioni artistiche si dispongono ed entrano in relazione con il contesto naturalistico di un bosco; opera un cambio di prospettive, l’arte non è più asettica e la natura non è più un semplice sfondo ma parte integrante delle opere degli artisti.

La giuria si compone da:
  • Roberto Melchiori, fondatore di MAG;
  • Tommaso Stanizzi, pubblicista e collaboratore Pantheon magazine;
  • Ivan Manara, Responsabile Ufficio Comunicazione Integrata e docente IUSVE;
  • Giovanni Bagnara, graphic designer;
  • Jessica Bianchera, presidente di Urbs Picta e curatrice indipendente;
  • Sindi Karaj, assistente curatoriale e collaboratrice Urbs Picta

Per l’11^ edizione di MAG FESTIVAL, Urbs Picta ha selezionato 3 progetti che variamente intercettano il mondo delle arti performative, e che dimostrano una serrata relazione con il luogo e con il contesto specifico: il bosco di Villa Romani a Sona, location del festival, richiedendo l’elaborazione di un progetto che mettesse in connessione la pratica artistica con lo spazio naturalistico; la vocazione primaria di MAG alla musica spingeva in direzione di una contaminazione dei linguaggi. La giuria, ha così prediletto lavori che rispondessero a queste connaturate esigenze scegliendo i progetti dei giovanissimi: Anna Ulivi (1998) e Chiara Ventura (1997), Francesco Bernabè (1995), ABLAKH aka Mattia Bonomi (1991).



/ANNA ULIVI E CHIARA VENTURA


Radicamento di un ibrido di Ulivi e Ventura è un’azione performativa che ragiona sul rapporto uomo-natura stabilendo tra i due elementi un rapporto di mutua necessità. Per 3 ore al giorno, durante tutto il Festival, le due artiste resteranno in piedi, una di fronte all’altra, all’interno di una cassa piena di terriccio fertilizzato indossando quello che le stesse definiscono “l’indumento performativo”: un capo di tela juta con inserti in fibra di cocco e semi di lenticchia che in un continuo scambio tra l’umano e il naturale opererà un lento processo di ibridazione dei corpi.

“Mettere radici,
quindi:
radicarsi,
ambientarsi,
crescere,
diffondersi,
espandersi.
In una diversa condizione,
mutamenti,
alterazioni,
ibridazioni di costume
di azioni
di atteggiamenti
di gesti
di linguaggio;
rivelano il radicamento, profondo inserimento,
di nuove concezioni di essere e di esistere
nella Natura”.
Anna Ulivi


“Divento concime, restituendo la perdita di fertilità subita dal terreno e dall’ambiente in un ibrido paradossale tra Uomo e Natura. Do gli alimenti/le sostanze necessarie per garantire la vita, cioè la crescita, lo sviluppo e le funzioni e attività proprie di un corpo riproduttivo (un seme), attraverso il mio corpo riproduttivo. Io stessa divento il nutriente per il terreno (Madre Natura). Piantando(mi) cerco il massimo del contatto possibile con la natura (Natura Naturata). Alimento un sentimento essendo alimento per Altro, mettendo radici ad altre radici e nel contempo recuperandole. Mi pianto in un nuovo terreno e fungo da nutriente per le piante limitrofe (dando Altra terra, fertile) e per il terreno stesso tramite una Coltivazione (agricola e sentimentale). Io torno ad essere natura, torno ad Essere coltivando(mi). Curo il terreno ed il mio distacco nei suoi confronti; conservo/aumento la produttività del terreno dando(mi) ad esso”.
Chiara Ventura


/FRANCESCO BERNABÈ


Rifacendosi ad uno dei maggiori romanzi della letteratura italiana, Il barone rampante di Italo Calvino, come il protagonista, Cosimo di Rondò, si pone sulla cima di un albero dentro un’amaca, abitandola. L’amaca diventa la sua casa; porta con sé quelli che ritiene essere i “Miei oggetti”. Cambia punto di vista, esce dal piano abituale. Non è un atto di esclusione e misantropia, è l’opportunità di instaurare un dialogo con la natura e quindi anche con lo spettatore, con cui vuole interagire. Un modo di porsi vecchio quanto nuovo: come la scimmia è scesa dagli alberi per farsi uomo, l’uomo ritorna sull’albero per sentirsi uomo libero, nella bramosia di recuperare un contatto tanto infantile quanto adulto.

“- Non cambierò mai idea, – fece dal ramo.
– Ti farò vedere io, appena scendi! –
– E io non scenderò più! –
E mantenne la parola”
Italo Calvino, Il barone rampante


/ABLAKH aka Mattia Bonomi



“Le piante hanno una vera e propria ‘personalità’. PLANTS FE∃LING propone scenari sonori tramite la conversione di biodata emessi dalle diverse piante”.
ABLAKH aka Mattia Bonomi



Al termine del festival la giuria ha decretato vincitore ABLAKH aka Mattia Bonomi  a cui è stato assegnato un premio in denaro pari a 500 euro.