/BRIDGE FILM FESTIVAL
/Zone di galleggiamento
installazione site specific
di Meri Tancredi e Piero Chiariello
per il Bridge Film Festival
11-14 luglio 2018
a cura di Jessica Bianchera
Antica Dogana di Fiume ai Filippini
a cura di Jessica Bianchera
Antica Dogana di Fiume ai Filippini
Meri Tancredi e Piero Chiariello sono gli artisti selezionati da Urbs Picta per il Bridge Film Festival, concorso cinematografico ideato da Diplomart e giunto quest’anno alla sua 5^ edizione: quattro giorni di lungometraggi, cortometraggi, performance teatrali, musicali e di sound&digital art, workshop, esposizioni, degustazioni, con ospiti internazionali e una giuria specializzata. Per la sezione arti visive Urbs Picta ha scelto due artisti italiani di fama internazionale, che durante una settimana di residenza presso Spazio Bedeschi, hanno lavorato alla realizzazione di un’opera site-specific negli spazi dell’Antica Dogana di Fiume, location messa a disposizione da Canoa Club Verona e Adige Rafting Verona per lo svolgimento del Festival. Tancredi e Chiariello sono stati chiamati a ragionare sul tema assegnato a questa 5^ edizione della rassegna: “FLOW, lo stato ottimale di coscienza”.
L’installazione ha assunto così le sembianze di una diafana foresta di fili ancorati a 735 piccole pietre che provengono direttamente dal fiume Adige, sul quale si affaccia l’Antica Dogana. Un cubo di 4 metri per 4 su cui vengono proiettate immagini continue, segni di luce frutto dei lavori video realizzati dai due artisti nel corso della loro carriera.
L’installazione ha assunto così le sembianze di una diafana foresta di fili ancorati a 735 piccole pietre che provengono direttamente dal fiume Adige, sul quale si affaccia l’Antica Dogana. Un cubo di 4 metri per 4 su cui vengono proiettate immagini continue, segni di luce frutto dei lavori video realizzati dai due artisti nel corso della loro carriera.
Uno stream of consciousness in cui le rispettive poetiche si fondono e si confondono in un unico indistinguibile flusso, accogliendo anche alcune opere di Tiziano Bellomi, che ha seguito con passione e massimo coinvolgimento ogni fase di realizzazione del progetto. L’idea originale è stata ogni giorno rivista, ripensata, riadattata per adeguarsi e assecondare le esigenze della location, ma anche e soprattutto lasciandosi plasmare da ogni evento esterno, da ogni nuovo stimolo, dalla condivisione di idee e punti di vista. Esattamente come previsto dal concept, l’esperienza creativa, una volta innescata, è cresciuta e si è trasformata in un dinamico e inarrestabile processo. Così oggi tra le mura combuste e le pietre antiche della Dogana il vento si insinua tra la moltitudine di fili bianchi, i sassi fluttuano nelle zone di galleggiamento e i pensieri evolvono nello scorrere ininterrotto delle immagini, frammentate e disperse, in un gioco di luci, ombre e riflessi che collocano lo stato ottimale di coscienza in un limbo in continua trasformazione. Il progetto, a cura di Jessica Bianchera e in collaborazione con Tiziano Bellomi, è stato realizzato anche grazie al contributo di una squadra di assistenti.
Si ringraziano: Silvia Agostini, Chiara Fogliatti, Ginevra Gadioli, Manuel Marini, Silvia Piccoli, Davide Provolo, Umberto Zamboni.
Si ringraziano: Silvia Agostini, Chiara Fogliatti, Ginevra Gadioli, Manuel Marini, Silvia Piccoli, Davide Provolo, Umberto Zamboni.
/Foresta di riviste
Bridge Film Festival
a cura di Associazione Culturale Urbs Picta e Lo Scaffale Perturbante
11-14 luglio 2018 Antica Dogana di Fiume ai Filippini
Foresta di riviste è un progetto realizzato da Associazione Culturale Urbs Picta e Lo Scaffale Perturbante, a cura di Luca Andriollo, Manuel Marini, Silvia Piccoli, Chiara Fogliatti e Francesco Lughezzani. Si tratta di un’installazione che permette di guardare, toccare, sfogliare le riviste fluttuanti e viaggiare a ritroso nel tempo, immersi in un flusso di immagini e parole tra le stelle del cinema degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta.
a cura di Associazione Culturale Urbs Picta e Lo Scaffale Perturbante
11-14 luglio 2018 Antica Dogana di Fiume ai Filippini
Foresta di riviste è un progetto realizzato da Associazione Culturale Urbs Picta e Lo Scaffale Perturbante, a cura di Luca Andriollo, Manuel Marini, Silvia Piccoli, Chiara Fogliatti e Francesco Lughezzani. Si tratta di un’installazione che permette di guardare, toccare, sfogliare le riviste fluttuanti e viaggiare a ritroso nel tempo, immersi in un flusso di immagini e parole tra le stelle del cinema degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta.
/RIVISTE
Cine illustrato
Nato nel 1935, «Cine Illustrato» è stato uno dei più importanti rotocalchi nel panorama della pubblicistica cinematografica italiana. Di fatto rappresentò la continuazione della rivista «Cine Romanzo», di cui proseguì la numerazione, per fondersi nel 1939 con «Cinema Illustrazione». La rivista era dedicata esclusivamente alla diffusione della formula del cineromanzo, di grande popolarità dal primo dopoguerra fino agli anni Sessanta. Proseguirà la pubblicazione fino al 1960 con l’editore Rizzoli.
Novelle Film
Tra le più note riviste dedicate al cineromanzo del gruppo editoriale Vitagliano, «Novelle Film» venne pubblicata dal 27 dicembre 1947: al suo interno il testo cinematografico veniva ridotto in racconto, costituito da immagini correlate da didascalie, concentrandosi su film di ultima uscita. Mescolando diversi approcci al cinema, la rivista era solita contenere rubriche e approfondimenti legati al mondo dei divi.
Hollywood
Settimanale cinematografico pubblicato dal 18 settembre 1945 al 31 dicembre 1952. Nel panorama delle riviste di cinema del dopoguerra è una delle più popolari, schierata esplicitamente dalla parte del pubblico riducendo al minimo l’intervento critico. Nelle sue pagine Hollywood racconta sé stessa, mescolando pubblico e privato, informazione e mitologia, produzione e consumo. Nella celebre rubrica Ingresso Libero, si trovano le firme di tanti futuri critici e registi. Alla rivista è stata recentemente dedicata la mostra «Hollywood 1945-1952 – Storie e segnali dal Pianeta Hollywood», a cura di Orio Caldiron e Matilde Hockofler.